Ricavato nell'antico teatro municipale della sua città natale, questo museo conserva e rappresenta il sogno surrealista di Salvator Dalì (1904-1989).L'edificio dove l'artista catalano espose per la prima volta all'età di 14 anni, risale al 1849 e subì danni ingenti in un incendio durante la guerra civile (1939).Abbandonato negli anni successivi, non fu ricostruito finchè Dalì, non lo scelse come sede per la sua esposizione personale.Inaugurato nel 1974, conserva la maggior parte delle sue opere oniriche insieme a quelle di altri autori come greco, Fortuny, Urgell, Meissonier, Fuchs e Gerard Don.
La varia ed eccentrica personalità del maestro si rivela e stupisce non solo nei suoi originali lavori ma anche nella bizzarra architettura del museo, con interi ambienti in tromp-l'oeil o con la sala del teatro dominata da una geodetica cupola in pexiglas e da una grande struttura metallica ribaltabile, o ancora con il soffitto di una delle principali sale ispirato alla mitologia di Ampurdan. La collezione, che dal quarto piano, scende verso il pianterreno, segue il cammino artistico del pittore attraverso le sue diverse fasi:cubista, classicista e surrealista, la più rappresentata, dal 1921 al 1930.Tra le numerose opere esposte si possono ammirare El espectro del sex-appeal, 1932, Los atletas cosmicos, La cesta del pan, 1945, e Leda Atomica, 1949, che appartiene al periodo cosidetto nucleare o atomico.
Curiosità
FANTASIE SURREALISTETra gli oggetti e i montaggi tipici di Salvator Dalì, non si può perdere in bronzo del 1964 che raffigura la famosa Venere di Milo con cassetti, come il sofà a forma di labbra, la versione tridimensionale, del quadro Retrato de Mae West para ser utilizado como sla de estar, e ancora El taxi lluvioso, una Cadillac dove i passeggeri vengono bagnati dalla pioggia.
La varia ed eccentrica personalità del maestro si rivela e stupisce non solo nei suoi originali lavori ma anche nella bizzarra architettura del museo, con interi ambienti in tromp-l'oeil o con la sala del teatro dominata da una geodetica cupola in pexiglas e da una grande struttura metallica ribaltabile, o ancora con il soffitto di una delle principali sale ispirato alla mitologia di Ampurdan. La collezione, che dal quarto piano, scende verso il pianterreno, segue il cammino artistico del pittore attraverso le sue diverse fasi:cubista, classicista e surrealista, la più rappresentata, dal 1921 al 1930.Tra le numerose opere esposte si possono ammirare El espectro del sex-appeal, 1932, Los atletas cosmicos, La cesta del pan, 1945, e Leda Atomica, 1949, che appartiene al periodo cosidetto nucleare o atomico.
Curiosità
FANTASIE SURREALISTETra gli oggetti e i montaggi tipici di Salvator Dalì, non si può perdere in bronzo del 1964 che raffigura la famosa Venere di Milo con cassetti, come il sofà a forma di labbra, la versione tridimensionale, del quadro Retrato de Mae West para ser utilizado como sla de estar, e ancora El taxi lluvioso, una Cadillac dove i passeggeri vengono bagnati dalla pioggia.
Indirizzo: Teatre Museu Dalì Plaza Gala Dalì 5 Figueras
Telefono: 003472 511800
Fax: 00472 5016666
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